martedì 5 novembre 2013

Svadisthana


Svadisthana
Svadisthana è il nostro secondo Cakra, la sua etimologia in sanscrito è “dolcezza”, in alcune discipline è anche noto con il termine giapponese “Hara” che  significa “pancia-addome”, luogo appunto dove è situato questo centro energetico.
Svadisthana è la trasformazione dell’energia di Muladhara.
La sua piena attività e la sua strutturazione iniziano in un’età che va dagli 8 ai 14 anni  quando ormai per l’individuo è chiara e definita la soddisfazione dei bisogni primari.
È il Cakra dove gli impulsi sessuali primitivi diventano desiderio di vivere attivamente la sessualità, dove la creatività sboccia, diventa fantasia e si prepara a trasformarsi nel bisogno di procreazione.
Con Svadisthana non si pensa più soltanto all’istinto di sopravvivenza ma anche alla conservazione della specie.
È un cakra in cui circolano energie di natura materiale, appena più sottili di quelle presenti in Muladhara.
Si “abbandonano”  gli istinti di provvedere alle necessità primarie per iniziare a trovare soddisfazioni personali.
Svadisthana è in perenne movimento, teso al rinnovamento, alla rigenerazione, alla proiezione, alla gioia, al piacere sotto qualsiasi forma. Dato che questi impulsi, però, non sono sempre ben accetti dalle regole della società, lo sviluppo creativo, gioioso, “goloso” della vita in tutte le sue espressioni può essere inibito dai giudizi.

Particolare importanza riveste l’argomento “sessualità”, che nel contesto occidentale è fonte di giudizi morali spesso pesanti ma che nel momento di strutturazione di Svadisthana è il canale privilegiato per esprimere la creatività.


Poiché nell’infanzia e nell’adolescenza, dopo aver soddisfatto le necessità primarie, il bisogno più importante del bambino è quello del’accettazione da parte dei genitori, un’educazione che inibisca, bollandoli come negativi, la sessualità e più in generale, la ricerca del piacere sotto ogni sua forma, è causa di squilibrio dell’attività di Svadisthana, il cui demone prende il nome di Colpa.
Il monito che recita “prima il dovere e dopo il piacere” fa si che il rapporto con la sessualità diventi problematico e generi sensi di colpa ogni volta in cui un naturale impulso ci spinge a ricercare una gratificazione personale.
Oltre ai giudizi morali sulla sessualità e ai tabù che questi comportano, altre cause di squilibrio di Svadisthana possono essere rapporti familiari fondati sulla freddezza, sul distacco, sul rigore e, di conseguenza, la mancanza di contatto fisico, di coccole, di carezze e di allegria.
I principali sintomi di squilibrio di Svadisthana sono:
-       Problemi nelle relazioni con il sesso opposto.
-       Sensi di colpa riguardo alla sessualità vissuta come “peccaminosa”.
-       Eccesso di fantasie sessuali (che possono sfociare in perversioni).
-       Repressione ossessiva degli impulsi sessuali.
-       Iperattività sessuale inappagante e conseguente ricerca di sempre nuovi partner.
-       Identificazione del sesso come unica forma di espressione.
-       Ricerca del sesso facile per riempire il vuoto interiore.
-       Frigidità-impotenza.
-       Sensi di colpa in qualsiasi situazione della vita.
-       Incapacità a dire dei “no”.
-       Rigidità del corpo e dei comportamenti.
-       Paura dei cambiamenti.
-       Possessività nei rapporti.
-       Apatia.
-       Tendenza alla manipolazione.

-       Instabilità emotiva.

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