martedì 5 novembre 2013

Anahata

                         
           
  Anahata          


È il primo dei Cakra con energia spirituale, è il nostro quarto centro energetico ed in sanscrito     ha  il significato di “non colpito”.
La sua strutturazione si ha dai 22 ai 28 anni, quando il residuo di egocentrismo che è ancora esistente in Manipura si trasforma lentamente     in un interesse per i rapporti con l’esterno.                 Non si bada più, quindi, al rendiconto personale ma si sente il bisogno di “conoscere l’altro”.
Anahata è conosciuto con il nome di Cakra del Cuore sia per la sua localizzazione nella gabbia toracica sia (e soprattutto) perché la sua attivazione sancisce l’espansione dei sentimenti in una direzione universale.
Con l’attivazione di Anahata Cakra nascono le premesse per un amore allo stato puro che sfocerà in seguito nella Compassione. Si manifesta quindi nella ricerca di una diversa qualità di rapporti e nell’espressione dell’affettività.  
Il Demone di Anahata è il Dolore, che può prendere il sopravvento in seguito ad esperienze di abbandono, di rifiuto, di lutto o come conseguenza dell’essere cresciuti in una famiglia anaffettiva, dove scarse o assenti siano state le manifestazioni d’amore nei confronti dei figli, sia dei genitori fra loro.
“Non è il bambino a cui si è parlato dell’amore, ma il bambino che lo ha provato che diventa un adulto sano, felice e perfettamente inserito nella società”.
L’unico modo per rendere accettabile qualsiasi dolore, per dargli un significato, è quello di non resistergli, ma di consentirgli di attraversarci in tutta la sua devastante potenza, accettandolo consapevolmente, trasformandolo, cioè, in energia di crescita.
Invece di inveire contro la crudeltà del Destino, pensiamo che ogni sofferenza è un messaggio d’amore, perché il dolore non è un castigo di Dio ma una naturale conseguenza della vita ed una prova che ci serve per crescere.
I più frequenti sintomi del disequilibrio di Anahata sono:
-       Dipendenza affettiva (fino a comportamenti ossessivi-compulsivi).
-       “Ripiegamento” su sé stessi.
-       Estrema sensibilità alle offese.
-       Paura dell’intimità e delle relazioni affettive o sentimentali in genere.
-       Tendenza a mendicare amore e attenzioni.
-       Autocommiserazione.
-       Annullamento di sé, sottomissione per essere accettati (detta sindrome dello zerbino).
-       Paura dei “no”.
-       Rifiuto/paura dei contatti fisici (anche di una semplice stretta di mano).
-       Freddezza/anaffettività.
-       Tendenza alle allergie.
-       Gelosia ossessiva (che può sfociare in azioni violente).
-       Amore inteso come possesso.
-       Ricerca di relazioni esclusive, che tengono fuori chiunque altro dalla coppia.
-       Narcisismo.
-       Tendenza ad “innamoramenti” tanto intensi quanto effimeri.
-       Gusto per la teatralità dei sentimenti e delle espressioni di affetto.


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