Anahata
È il
primo dei Cakra con energia spirituale, è il nostro quarto centro energetico ed
in sanscrito ha il significato di “non colpito”.
La sua
strutturazione si ha dai 22 ai 28 anni, quando il residuo di egocentrismo che è
ancora esistente in Manipura si trasforma lentamente in un interesse per i rapporti con
l’esterno. Non si bada
più, quindi, al rendiconto personale ma si sente il bisogno di “conoscere
l’altro”.
Anahata
è conosciuto con il nome di Cakra del Cuore sia per la sua localizzazione nella
gabbia toracica sia (e soprattutto) perché la sua attivazione sancisce
l’espansione dei sentimenti in una direzione universale.
Con
l’attivazione di Anahata Cakra nascono le premesse per un amore allo stato puro
che sfocerà in seguito nella Compassione. Si manifesta quindi nella ricerca di
una diversa qualità di rapporti e nell’espressione dell’affettività.
Il
Demone di Anahata è il Dolore, che può prendere il sopravvento in seguito ad
esperienze di abbandono, di rifiuto, di lutto o come conseguenza dell’essere
cresciuti in una famiglia anaffettiva, dove scarse o assenti siano state le
manifestazioni d’amore nei confronti dei figli, sia dei genitori fra loro.
“Non è
il bambino a cui si è parlato dell’amore, ma il bambino che lo ha provato che
diventa un adulto sano, felice e perfettamente inserito nella società”.
L’unico
modo per rendere accettabile qualsiasi dolore, per dargli un significato, è
quello di non resistergli, ma di consentirgli di attraversarci in tutta la sua
devastante potenza, accettandolo consapevolmente, trasformandolo, cioè, in
energia di crescita.
Invece
di inveire contro la crudeltà del Destino, pensiamo che ogni sofferenza è un
messaggio d’amore, perché il dolore non è un castigo di Dio ma una naturale
conseguenza della vita ed una prova che ci serve per crescere.
I più
frequenti sintomi del disequilibrio di Anahata sono:
-
Dipendenza
affettiva (fino a comportamenti ossessivi-compulsivi).
-
“Ripiegamento”
su sé stessi.
-
Estrema
sensibilità alle offese.
-
Paura
dell’intimità e delle relazioni affettive o sentimentali in genere.
-
Tendenza
a mendicare amore e attenzioni.
-
Autocommiserazione.
-
Annullamento
di sé, sottomissione per essere accettati (detta sindrome dello zerbino).
-
Paura
dei “no”.
-
Rifiuto/paura
dei contatti fisici (anche di una semplice stretta di mano).
-
Freddezza/anaffettività.
-
Tendenza
alle allergie.
-
Gelosia
ossessiva (che può sfociare in azioni violente).
-
Amore
inteso come possesso.
-
Ricerca
di relazioni esclusive, che tengono fuori chiunque altro dalla coppia.
-
Narcisismo.
-
Tendenza
ad “innamoramenti” tanto intensi quanto effimeri.
-
Gusto
per la teatralità dei sentimenti e delle espressioni di affetto.
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